sabato 28 gennaio 2012

il ritmo

I Ritmi Arabi

Ogni ritmo della musica araba, qualunque esso sia, lento o veloce, si basa su una unità minima di suoni principali (aswat asliyya), Dum e Tak.
All'interno di una sequenza ritmica (wezen) i battiti vengono distribuiti nella metrica del tempo in velocità diverse, alternate a silenzi (skun).
La velocità del tempo (zemen) varia a seconda del tipo di ritmo e può essere accelerata o diminuita, soprattutto quando accompagna la danza.
Non è facile riconoscere i ritmi durante l'ascolto, ma il consiglio è di individuare i suoni principali (DUM e TAK), i quali - disposti in pulsazioni diverse - rappresentano i codici di identificazione e lettura di ogni ritmo.
tra i ritmi che più frequentemente si usano nella danza possiamo annoverare quelli che seguono:

ritmi a 4/4

Maqsum
E' un ritmo che proviene dall'Egitto ed il cui nome significa "diviso". E' un ritmo  caratterizzato dal susseguirsi di battute di suono acuto  (tak) , di suono grave (dum) e suono sordo (sak). Le pause ad esempio tra dum e sak vengomno riempite con i tak , in modi diversi in base al percussionista ed alla zona di provenienza. si tratta di un ritmo molto accentuato e quindi molto coinvolgente presente nella musica popolare, folcloristica, classica e nella pop moderna.
ha come struttura base dum-sak-sak-dum-sak


Baladi o Masmudi Saghyr
E' anch'esso un ritmo  molto diffuso  proveniente dall'alto Egitto ed è un ritmo popolare il cui nome significa "Mia terra" o mio paese" .
ha come struttura base dum dum-tak- dum-tak
Viene chiamato anche masmudi saghyr (piccolo masmudi) perchè la sua forma è abbreviata rispetto al masmudi kabir che è in 8/4 e quindi ha una lunghezza del tempo raddoppiata in cui si sentono di più le pause al cui interno vengono inserite le variazioni e viene usato nelle musiche molto classiche.


Saidi
Ritmo  anch'esso proveniente dall'alto Egitto. In passato era utilizzato per accompagnare una danza di arti marziali chiamata "tahteeb" eseguita dagli uomi con lunghi bastoni.
La danza femminile è una derivazione eseguita in modo più aggraziato e con bastoni più piccoli.
Ritroviamo questo ritmo sia nella musica folcloristica che in quella colta.
ha come struttura base dum-tak, dum-dum  tak 

RITMI a 2/4 

Ayoub (o Zar)

Eun ritmo estatico che rievoca l'antico rito delle danze cerimoniali o danze di trance  chiamate "Zar" e segue un crescendo graduale fino a diventare velocissimo

ha come struttura base Dum-dum tak

Malfuf

E' molto utilizzato ed inserito soprattutto in corrispondenza dell'aentrata o uscita della danzatrice  
ha come struttura base dum, tak-tak,dum, tak-tak
 

Fellehi

il termine significa "contadino"  perchè veniva usato nelle danze e nei canti contadini. Anch'esso è di provenienza egiziana ed è un ritmo molto veloce simile al maqsum ma raddoppiato nel tempo che può essere usato anche nelle entrate e nei finali dei pezzi Sharki di danza.
ha come struttura base dumtak-dumtak


Khaleegji o saudi

Proprio dei paesi arabi che si affacciano sul Golfo Persico, accompagna solitamente le danze femminili con i capelli.
ha come struttura base dum dum tak


Ritmo in 8/4 

Chiftitelli o Wahda Kebir

é  ritmo di provenienza greco-turca molto lento e ricco di abbellimenti , per le sue caratteristiche viene usato nella musica colta. Viene utilizzato soprattutto per accompagnare i taksim, cioè le improvvisazioni strumentali  oppure i mawal cioè le improvvisazioni vocali 
Struttura base è Dum-tak tak-dum dum tak

 




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la danzatrice

La danzatrice

Per un giorno, la corte del principe invita una danzatrice
accompagnata dai suoi musicisti.

Ella fu presentata alla corte,
poi danza davanti al principe
al suono del liuto, del flauto e della chitarra.

Ella danza la danza delle stelle e quella dell'universo;
poi ella danza la danza dei fiori che vorticano nel vento.
E il principe ne rimane affascinato.

Egli la prega di avvicinarsi.
Ella si dirige allora verso il trono
e s'inchina davanti a lui.
E il principe domanda:

"Bella donna, figlia della grazia e della gioia, da dove viene la tua arte?
Come puoi tu dominare la terra a l'aria nei tuoi passi,
l'acqua e il fuoco nel tuo ritmo?"

La danzatrice s'inchina di nuovo davanti al principe e dice:

"Vostra Altezza, io non saprei rispondervi,
ma so che:

L'Anima del filosofo veglia nella sua testa.
L'anima del poeta vola nel suo cuore.
L'Anima del cantante vibra nella sua gola.
Ma l'anima della danzatrice vive in tutto il suo corpo."

Gibran Khalil Gibran.

storia della danza orientale

La danza orientale o danza del ventre e' una danza antichissima risalente alle danze sacre del periodo mesopotamico, come adorazione della dea Ishtar, dea della terra; include influenze dell'antico Egitto faraonico e nel tempo si e' consolidata come danza tradizionale araba.

Il Nome
Il termine "danza del ventre", in inglese "Belly Dance", non e' quello originale arabo, bensì e' la denominazione data dai viaggiatori occidentali che si recavano per la prima volta nei paesi mediorientali, e che rimasero affascinati dai movimenti ondulatori tipici delle danze tradizionali arabe. I nomi che vengono usati per designare questo tipo di danza sono svariati. I francesi, che secondo alcune fonti, furono i primi a "scoprire" questa danza, coniarono il termine "danse du ventre"; i greci chiamano la danza del ventre "cifte telli", anche nome dell'omonimo ritmo turco. Poiche' il termine arabo per designare questa danza e' "raqs sharqi", in questo sito utilizzeremo piu' frequentemente il termine "danza orientale", che e' quello universalmente accettato come il piu' corretto.onostante la danza orientale sia stata scoperta solo tra il '700 e l' '800, ha origini antichissime che risalgono fin dalla costituzione delle prime civilta' del mondo mediorientale. Infatti i movimenti rotatori e sinuosi della danza orientale riprendono gli antichi significati della fertilita', legati al culto dell'antica dea madre. Gli uomini erano consapevoli che tutto cio' che muoveva la vita dell'universo e quindi dell'essere umano, era un soffio energetico legato alla riproduttivita', alla nascita, al ciclo delle stagioni, alla natura. Il tutto era collegato alla funzione riproduttiva della donna, e il culto relativo che ne nacque fu proprio quello della "dea madre", che venne rappresentata da ogni civilta' diversamente e con diversi nomi: Mylitta, Isis, Ashtoreth, Astarte, Ishtar, Aphrodite, Venus, Bhagvati, Parvati e Ceres.