domenica 27 maggio 2012

i movimenti delle anche





gli ancheggi laterali

I piedi sono entrambi ben appoggiati a terra. Occorre immaginare che accanto ad ogni fianco siano presenti degli oggetti da spingere via con le anche. Naturalmente il peso del corpo si trova sempre dalla parte dell'anca che viene spinta in fuori ed il bacino è sempre dritto e sciolto nella posizione fondamentale. Perchè i movimenti delle anche vengano isolati con efficacia il busto deve rimanere il più fermo possibile.


Il movimento unilaterale dell'anca

Dopo aver assunto la posizione fondamentale si sposta il peso del corpo su un piede, che deve rimanere saldamente “radicato” a terra, e si solleva il piede opposto che poggia a terra solo con la punta . Occorre immaginare che l'anca alzata sia sospesa ad un filo che nel momento in cui viene tirato verso l'alto alza l'anca e nel momento in cui viene rilasciato la fa ricadere verso il basso. Durante l'esecuzione del movimento i piedi sono paralleli, il ginocchio della gamba alzata non si avvicina all'altro , il busto è fermo e la gamba in appoggio non segue il movimento dell'altra anca molleggiando.

la postura nella danza




 





 La postura

una postura corretta non solo è presupposto indispensabile ma rappresenta anche la condizione necessaria per isolare le singole parti del corpo.
Il peso del corpo deve essere distribuito sui piedi nel modo giusto e gravare principalmente sui talloni e la parte esterna della pianta. I piedi rimangono completamente
appoggiati a terra, paralleli e divaricati, ad una distanza pari alla larghezza del bacino.
Le ginocchia sono leggermente piegate ed il bacino lievemente flesso in avanti sino ad assumere una posizione verticale mantenendo i glutei rilassati.
La schiena deve essere dritta e le spalle portate leggermente indietro senza irrigidirle ma mantenendole rilassate.
Infine la testa dritta come se ad essa fosse collegato un filo che la tira verso l'alto senza , con questo, spostare il mento che rimane dritto ciò né proteso in avanti né rivolto verso il basso.

sabato 19 maggio 2012

Khaliji


Khaliji: è una danza tradizionale eseguita durante feste e celebrazioni, in Arabia Saudita e in altri paesi del Golfo. I sauditi si riferiscono a questo stile con i termini “raqs khaliji”(danza khaliji) che significa danza del Golfo. In Qatar è chiamata “rags khaliji” e in Kuwait “Samri “(Saumri) sulla base del ritmo sul quale questa danza si esprime. Negli emirati arabi viene chiamata “Na’ashat” in riferimento ai movimenti oscillanti della testa che le donne compiono per muovere i capelli.

La danza khaliji viene eseguita dalle donne per il loro divertimento durante feste e celebrazioni come i matrimoni. In Kuwait, donne e uomini possono stare sui due lati opposti della stanza, ma in Arabia Saudita le donne sono rigorosamente separate dai maschi e la musica viene suonata da donne. Questa danza può essere presentata in gruppo o a coppie ed è per lo più improvvisata. Le danzatrici ripetono i passi molte volte, improvvisando movimenti tradizionali ed accettando l’introduzione di idee originali ed innovative.

Le ragazze giovani che si alzano a danzare sono consapevoli che verranno valutate per un eventuale matrimonio con un figlio, un fratello, un cugino o un parente in genere da coloro che rimarranno sedute ad assistere alla loro performance. Si dice che le donne anziane non amino le ragazze timide e che incoraggino le giovani a danzare.

Il khaliji è una danza che, come il costume tradizionale, ha assorbito aspetti originali del luogo e differenze tribali, diventando più uniforme attraverso l’area del Golfo con la modernizzazione della Penisola Arabica. Durante le improvvisazioni naturali di gruppo le donne apportano gesti e movimenti che hanno visto in video o alla televisione su canali di altri paesi arabi.

Mentre il khaliji viene eseguito su musica popolare moderna, al giorno d’oggi c’è un ritmo tradizionale molto distintivo, il ritmo adany dello Yemen, che i musicisti occidentali chiamano khaliji: un ritmo ipnotico di 2/4 (1+2 pause) con due forti accenti e una pausa. Tuttavia esistono molti ritmi khaliji.
“…non è possibile definire un solo ritmo khaliji. I ritmi nell’area del Golfo, che comprende il Kuwait, l’Iraq, l’Arabia Saudita, Dubai, Abu Dhabi, Bahrain, Qatar, Oman e gli Emirati, sono chiamati ritmi khaliji e ne comprendono a centinaia. La maggior parte dei ritmi in questa area hanno poca influenza tra loro. La maggior parte provengono dalle tribù del deserto arabo, dall’India e dagli schiavi africani che hanno introdotto diversi ritmi e la velocità di esecuzione che varia da tribù a tribù ed in base alle emozioni scaturite dal testo delle canzoni.”. Hossam Ramzy

La danzatrice esegue un passo cadenzato: il piede che tiene il tempo più accentato “cade” a terra sull’intera pianta, mentre l’altro si muove in mezza punta sul “mezzo tempo” e vicino al tallone dell’altro piede.
Il passo eseguito sulla mezza punta solleva la danzatrice e conferisce alla danza la tipica caratteristica di rimbalzo, leggerezza ed elasticità.
La danzatrice si muove verso la direzione del piede piatto, con il piede in mezza punta che resta leggermente dietro.
Questo tipo di passo cadenzato viene utilizzato similmente in molti altri paesi, inclusi l’Afghanistan, il Marocco, la Nubia e nel balletto russo. Ciò non è sorprendente se si tiene conto degli avvenimenti storici che caratterizzarono queste regioni. 

Questa danza è inoltre caratterizzata dai movimenti del busto e delle spalle, ad esempio la vibrazione delle spalle che viene oltremodo enfatizzata dagli ornamenti del costume. Quest’ultimo può essere tenuto contro i fianchi per sottolinearne le movenze che diversamente non sarebbero visibili attraverso l’ampio abito.

Melinda Smith (antropologa) suppone che in origine alcuni movimenti rappresentassero azioni quotidiane svolte dai pescatori di perle e che la rotazione dei capelli e il gioco ondulatorio dell’abito fosse ad imitazione delle onde del mare. Questo è verosimilmente credibile in seno alle tribù che vivevano sulle coste affacciate sul Golfo. E’ possibile che nelle zone interne dell’Arabia Saudita le caratteristiche fossero diverse.
Altra peculiarità tipica dello stile khaliji è il movimento 
della testa e dei capelli. Le donne sono molto orgogliose 
della loro chioma ed alcune ne fanno una amichevole 
competizione facendola crescere ed esibirla nella danza. 


A causa delle caratteristiche climatiche, la stratificazione degli indumenti è un’usanza tipica della Penisola Arabica: mantiene il giusto grado di umidità corporea e protegge dai raggi solari.
Il “thawb nashal” è un vestito largo e semi – trasparente creato come copri abito da indossare sopra ad una tunica (dharaah o kaftan) spesso ricamata sui polsini e a pantaloni di origine turca (sirwaal), ricamati sulla fascia che chiude la parte inferiore a livello della caviglia. Il “thawb” viene confezionato con tessuti quali lo chiffon o seta, riccamente decorati con fili metallici, lustrini o ricami in seta. Essa rappresentava un evidente simbolo di agiato stato sociale.
L’ampiezza delle maniche consente di portare sopra la testa ed usarle a guisa di velo. 
La parte centrale del thawb e gli orli delle maniche sono ornati da meravigliosi ricami, lustrini e a volte da gioielli e gingilli. In origine, questo abito tradizionale aveva delle varianti che si distinguevano da regione a regione. Tuttavia, la diffusione dell’uso della macchina da cucire negli ultimi trent’anni, la modernizzazione e l’urbanizzazione della Penisola Arabica ha portato a confonderne le caratteristiche originali e divenendo un capo d’abbigliamento utilizzato da tutte le donne del Golfo. 
Il thawb viene spesso definito “l’abito da cerimonia nuziale” in quanto tutte le donne del Najd ne indossano uno in occasione delle feste di matrimonio.










Melaya: è una danza legata alla tradizione alessandrina. La danzatrice gioca abilmente con un grande e pesante tessuto nero, quello che in origine veniva utilizzato per coprirsi, mettendo in evidenza la propria femminilità attraverso movenze civettuole che la rendono molto accattivante.

sabato 12 maggio 2012

Danza in Egitto


L'Egitto ha un ruolo importantissimo nella storia della danza in quanto sono stati proprio gli Egizi i primi ad aver introdotto la misura del ritmo.
Dall'anno 3000 avanti Cristo fino al 932 avanti Cristo si sono succedute trenta dinastie (dopo si è instaurato il dominio persiano). Nel corso di oltre due millenni, la civiltà egizia ha elaborato varie finalizzazioni della danza, fino a farne un'arte codificata: inizialmente, portando a sintesi i fermenti del Vicino Oriente e le correnti culturali dell'Occidente.
La danza è stata vissuta dal popolo egiziano in una forma molto partecipativa: essa è stata usata sia per i funerali che per le feste, oltre che nelle cerimonie pubbliche. Accompagnava il culto, senza tuttavia annullarsi in esso: ne era un elemento decorativo. In un certo senso, la danza faceva parte delle tecniche di gestione del potere. L'intero universo egiziano girava attorno alla danza. Erano danzanti gli dei, i sovrani, i sacerdoti.



il tempo ed il ritmo

Il ritmo è il susseguirsi di una serie di accenti (cellula ritmica) con una periodica regolarità. Esso è basato sulla suddivisione del tempo in forme e misure variabili, talvolta regolari e simmetriche altre volte irregolari e asimmetriche. Il ritmo è quindi un movimento che si ripete regolarmente (si pensi per esempio ad un orologio a pendolo).
Qualsiasi movimento che non si ripeta regolarmente può essere detto come "aritmico". La melodia è espressa con una successione di note ed è quindi caratterizzata da una sequenza di altezze sonore (note) disposte ritmicamente. In un brano musicale, la melodia è la struttura musicale più identificabile. Le melodie spesso sono costruite su scale musicali. Il contrappunto è lo studio della combinazione e sovrapposizione di melodie normalmente indipendenti. Definizioni Musicali   E' importante conoscere alcune fondamentali nozioni musicali per poter meglio interpretare la musica sulla quale balliamo. 
MELODIA:
E' formata da una successione di suoni in base alla loro durata, alla loro altezza ed alla loro intensità. Essa implica la nozione di durata e perciò va subordinata al ritmo; attinge la sua naturale origine dalle inflessioni della parola, dalle esclamazioni, dai gridi dell'uomo o degli animali, tutti elementi che esprimono la vita e i sentimenti.
RITMO:
 Il susseguirsi regolare e costante nel tempo di eventi sonori. La sua definizione determina che tipo di composizione di musica leggera, in cui la cadenza ritmica prevalga sulla melodia, stiamo ascoltando.
FRASE MUSICALE:
 Il concetto di frase musicale è duplice e molto significativo per il coreografo.  Il primo riguarda quel gruppo di 8, 16, 32 battute, chiamate anche periodo, durante il quale si dovrà tener conto di amalgamare le figure in modo logico, come fosse una frase o un periodo scritto o parlato.  Cambiando periodo si potrà, ad esempio, dopo 8 battute staccare la coppia o entrare in una serie di figure di tipo diverso, cambiare direzione, ecc. come per sottolineare e quindi meglio interpretare il cambio appunto della frase musicale.  Il secondo è il concetto di frase elementare da 8, cioè quella composta normalmente da una battuta e da quella pari immediatamente successiva, in un brano suonato in 4/4, o da battute di 2/4.  Contare in 8 ci aiuta dunque ad individuare il momento migliore per iniziare a ballare e continuare ad eseguire tutte le figure appunto in frase e non solo a tempo.