lunedì 9 aprile 2012

LA DABKA ED ALTRE DANZE

La Dabka (in arabo parlato Dabki o Dabke) è una danza folkloristica maschile diffusa nei paesi del Medioriente, in particolare la Palestina, il Libano, Iraq e Siria. Il nome deriva dal verbo arabo yadbuk che significa battere i piedi per terra. Attraverso questa danza si vuole rappresentare  l'amore per la terra e per il proprio paese e soprattutto l'unino tra le persone; è una danza di gioia che  viene praticata in occasioni felici, soprattutto matrimoni. In Medioriente troviamo diversi stili di Dabka, seppur presentano  diversi punti in comune.   La dabka si balla sempre  in gruppo: i danzatori si dispongono in cerchio o semicerchio e procedono in fila indiana, ognuno con la mano destra nella mano del danzatore precedente e la sinistra (tenuta di solito dietro alla schiena) al danzatre  seguente.  A passo di danza tutti girano in tondo in senso antiorario. A seconda del tipo di passo o di dabka i danzatori rivolgono lo sguardo avanti oppure verso il centro del cerchio o semicerchio. Il primo della fila, di solito il ballerino  esperto, conduce le danze e  gli altri lo seguono nelle mosse e nelle variazioni che egli decide di fare,  al variare  della musica, sempre accompagnata da strumenti classici arabi tipo la darabuka. Nella dabka, come il significato del nome stesso suggerisce,  il movimento delle gambe è centrale. La dabka  è  anche da canzoni in quanto quasi sempre le musiche sono cantate. Le danze sono spesso preceduta da poesie, dette Mawwal.
 
KHALEEGE-RACKS AL NACHAAT
Khaleege significa " Golfo".  Dà il nome alla musica e alla danza del golfo persico: Penisola arabica, Arabia Saudita, Kuwait,Bahrain, Oman, Emirati Arabi e Quatar. L'abito tradizionale è il Tobe Al Nash'ar , lungo vestito indossato sopra la veste normale. Si usa una  tunica  molto ampia perchè il vestito deve danzare, come la danzatrice.Un altro elemento essenziale del  Khaleege è il capello  lungo, il cui movimento segue il busto.   Il Khaleege è una danza femminile che viene eseguita durante le feste, ma si balla spesso anche in famiglia.

 
RAKS AL ASSAYA-SAID-DANZA CON IL BASTONE
La danza saidi è originaria dell'alto Egitto, in particolare nasce  nella regione "El Saaid", tra Gizen e Edfu.
Gli abitanti di El Saaid avevano l'usanza di portare con  sé lunghi bastoni di bambù che venivano usati come arma. Da questa tradizione è nata una danza maschile,  Tahtib, nella quale viene simulato il combattimento con i bastoni. Sucessivamente è nata una versione femminile, lo stile Raks al Assaya,  una danza più leggera e giocosa.
Ora ci sono due versioni di Saidi: una è il Tahtib che viene eseguita dagli uomini e l'altra e il Raks Al Assaya eseguita dagli uomini e dalle donne. In ambedue le versioni lo spettatore può apprezzare tanti trucchi e virtuosismi nel uso del bastone. La versione femminile è ovviamente più elegante e può solo lievemente imitare il Tahtib.
Le danze saidi sono ballate sul ritmo Saidi. L'orchestra suona degli strumenti tradizionali come il rababa (un antenato del violino odierno), il mizmar (una specie di flauto) e diversi strumenti a percussione.
Il movimento del bastone avviene secondo i tempi della musica.
Il costume tradizionale per il Saidi maschile è formato  da pantalone lungo, camicia con le maniche larghe e collo rotondo e una lunga sciarpa avvolta intorno alla testa.
Le donne indossano un abito stile Baladi con cintura oppure la sciarpa attorno i fianchi e un  foulard in testa.

altri stili di danza

EL TANNURA
La danza dei dervisci rotanti, prende  il nome dal particolare indumento usato dai danzatori, ovvero la tannura, la gonna che rappresenta il rituale dei dervisci "volteggianti" , ricco di allusioni cosmologiche.
Il fulcro di questa danza sono proprio i giochi di colore e i suggestivi effetti cromatici dati dalla rotazione delle gonne sovrapposte e vivacemente colorate,  che rispecchiano l'allegria e la semplicità del popolo egiziano.
Troviamo due correnti principali:
la prima è quella della danza rituale dei dervisci volteggianti, parte integrante del sema (ascolto) della Turchia, poi diffusa in altre regioni del mondo islamico tra cui l'egitto, dove questo rituale fu praticato dal 1500 al 1900.
La seconda matrice è quella rurale della valle del Nilo. L''orchesta,  composta da strumenti tipo il darabukka, il bendir e il duff , scandisce il movimento dei danzatori, finchè esso non acquista  un ritmo incalzante, che culmina nella trasformazione del danzatore in un caleidoscopio di forme colorate. Tra danze e rituali, vengono intonate le sure del Corano con il richiamo alla pregheria Allah El Akbàr,  gli aspetti simbolici della gestualità esoterica si trasformano in uno spettacolare  coreografia che mette in evidenza la figura dei due ballerini, i due tannura, esaltando il gioco della rotazione delle gonne. I musicisti e ballerini costruiscono uno straordinario percorso mistico, attraverso la quasi ossessiva ripetizione di ritmiche percussive e la rotazione del corpo e della tannura, che riproduce il cammino del sole e degli astri. In realtà queste musiche e danze simboleggiano il rapporto tra cielo e terra, tra corpo e anima, tra Allah e l'uomo.

venerdì 6 aprile 2012

Stili della danza del ventre


RAQS SHARQI
La danza del ventre in Egitto è chiamata Raqs sharqi, letteralmente  'danza dell'EST', 'danza orientale', in contrapposizione alle danze occidentali (raqs gharbi). Il termine racchiude in sé tutte le danze del medioriente, ma viene spesso usato per definire lo stile classico, distinguendo quindi la danza sharqi dal raqs baladi e dalle danze shaabi.
Lo sharqi, inteso come danza classica egiziana, è  uno stile colto e raffinato, nato intorno agli anni venti dall'incontro delle danze tradizionali con la danza classica occidentale.
In quegli anni in Egitto nacquero diversi locali, su imitazione di quelli europei, dove le ballerine si esibivano in questo nuovo stile, adottando la mezza punta e introducendo diversi passi presi dalla danza classica occidentale, quali chassè e deboule, per meglio occupare lo spazio scenico. In questo periodo storico, inoltre, fa la sua comparsa il costume a due pezzi attualmente in uso.
Il due pezzi, reggiseno scintillante e gonna trasparente, considerato generalmente il costume” tradizionale” per la danza del ventre, è in realtà un'innovazione holliwoodiana, ed è stato introdotto dalle danzatrici al ritorno dalle tourneè in occidente.
Negli anni '30 apre il famoso  “Casinò Opera”, il locale di Badia Masabni dove si esibirono le migliori ballerine dell'epoca. Madame Badia invitò diversi maestri russi per insegnare elementi di danza classica alle  danzatrici.
 
 Presso il Casinò Opera debuttarono grandi dive quali Tahia Carioca e Samia Gamal, che fecero la storia dell'assolo femminile.
Gli elementi stilistici che caratterizzano il rasq sharqi sono: l'uso delle mezze punte, il movimento isolato di busto e bacino, i port de bras, l'introduzione di movimenti muscolari del ventre, la danza solista, la coreografia.
A tale proposito, voglio farvi notare che l'assolo femminile è assente nelle danze folkloristiche e compare  il raqs sharqi e il rasq beledi. La coreografia, invece, è esclusiva del raqs sharqi. Viene introdotta nelle danze baladi e folkloristiche solo nel momento in cui le stesse sono rappresentate a teatro, come accade attualmente.


RAKS BALADI

Il termine baladi,   vuol dire paese, patria e viene sato per identificare tutto ciò che è popolare.  E' usato anche per indicare un ritmo e uno stile di danza popolare, ma urbana.
l baladi è una danza viscerale,  generalmente basata sull'improvvisazione di una ballerina solista.
Questo stile nasce nelle grandi città, tipo  Il Cairo e Alessandria, tra il 19° e 20° secolo, dall'incontro delle musiche folkloriste  egiziane con la musica occidentale.   Sono anni di profondi cambiamenti  per l' Egitto, caratterizzati dalla migrazione dei contadini verso le città, in cerca di lavoro.   Nel baladi la danzatrice esprime tutta  la sua malinconia  nei confronti della semplice vita contadina e i dubbi verso un futuro nuovo ed incerto.  La danza diventa introversa, i movimenti piccoli, mentre le braccia acquistano un nuovo valore, in quanto si assumono il compito di raccontare lo struggimento interiore della danzatrice.
La musica e lo stile baladi sono stati paragonati al soul e al rythm & blues originati nei ghetti neri americani per origine sociale.  .Ben presto il baladi conquistò  gli egiziani. Nacque il    taqsim baladi  e verso gli anni trenta questa forma venne consolidata nel repertorio asarah baladi, struttura divisa in dieci parti che consiste in variazioni su un tema compiute dai diversi strumenti a turno.
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un'ulteriore evoluzione di questo stile, il new baladi, sviluppato da Amir Thaleb e dalla sua scuola. Rispetto al baladi tradizionale, vengono introdotti diversi passi di movimento, provenienti dal repertorio classico, i port de bras si arricchiscono di nuove sfumature. Questa evoluzione stilista è legata al cambiamento dello spazio scenico, dal cabaret al teatro.

DANZE SHA'ABI
Il termine shabi identifica le danze popolari, provenienti dalle campagne.
Si tratta di una categoria molto ampia, che comprende danze regionali diverse, accomunate da un linguaggio espressivo simile, derivante dall'unificazione arabo musulmana.
Gli egiziani sono un popolo allegro, vivono momento per momento e questo atteggiamento verso la vita si riflette in una danza gioiosa, legata alla terra, i movimenti del bacino sono molto accentuati e le braccia si muovono in modo naturale vicino al corpo.
HAGALLA
La Danza Hagalla è una danza beduina praticata nelle oasi del Sahara, al confine con la Libia in una regione chiamata Mersa Matruh. La parola “Hagalla” si traduce come  “sobbalzo, salto”.  Hagall è un uccello che quando vola attraverso il deserto del Sinai fa una divertente camminata nella sabbia bollente.
Tradizionalmente l'hagalla è  una danza di cortegiamento . Durante le grandi feste di celebrazione, le ragazze hanno il diritto di scegliere il futuro marito, ballando di fronte ad una fila di ragazzi che battono le mani chiamati Kafafeen. Questa danza viene praticata con un bastone o un fazzoletto.  La donna porgerà l’altro lato del bastone o l’altra punta del fazzoletto al prescelto ,danzandogli attorno, e nell'eventualità che lui  voglia proporsi, le offrirà un braccialetto.
Esiste una danza coreografica creata da Mahmoud Reda - è una versione teatrale, che possiede molti elementi simili alla versione tradizionale.
L'Hagalla è uno stile molto energetico in cui vengono accentuati i movimenti di fianchi e, ovviamente, comprende il passo specifico dell' Hagalla.
Viene eseguito su un apposito ritmo. La  composizione prevede solamente l'accompagnamento vocale ed è composta di tre parti: Shettaywa, la parte principale, viene cantata dagli uomini, la danza si esegue in questa parte.
Ghennaywa cantata dal solista o dal poeta e Magruda che viene cantata dal solista e dagli uomini insieme.
Nell' antichità venivano usati dei semplici abiti lunghi con lunghe maniche e un pezzo di larga e pesante stoffa avvolta intorno ai fianchi. Ogni tanto intorno ai fianchi veniva usata una sciarpa.
Nel tempo il costume è cambiato: l'abito è colorato, lungo, intorno ai fianchi è attaccata una specie di gonna con due enormi volant, i quali accentuano i passi. I capelli sono coperti da un lungo foulard.

danza del ventre per future mamme


Irrobustisce articolazioni e pavimento pelvico, preparando la gestante al momento del parto

Che una danza concepita per sedurre possa essere di grande aiuto  nella delicata fase della gravidanza può suonare bizzarro. Ma la danza del ventre, o raks sharki - questo il suo nome originale - praticata nei mesi dell'attesa, mentre il corpo si modifica e nel grembo si sviluppa e cresce una nuova vita, davvero può apportare grandi benefici e preparare il fisico ad affrontare meglio la fase finale della gravidanza, ossia il parto.
Le lezioni di questo affascinante ballo orientale, consigliato anche a chi non ne ha mai nemmeno accennato un passo, possono essere
seguite dalla 15ma settimana fino al giorno prima del parto, ma con il consenso del medico curante si può iniziare ad impararlo anche nei primi mesi di gravidanza. Vantaggi per mamma e bimbo
I movimenti scelti per le allieve incinte sono più morbidi e rotondi rispetto a quelli che si apprendono nelle lezioni tradizionali. I benefici maggiori sono ottenuti dalle articolazioni, che saranno più sciolte, e dai muscoli dorsali che, rafforzandosi, aiutano a sopportare il peso del bambino che si porta in grembo, ma sono soprattutto alcune parti del corpo che non si è solite utilizzare nelle attività quotidiane a essere beneficamente sollecitate. Infatti negli esercizi di danza del ventre vengono molto stimolati il perineo (per intenderci: la regione del corpo che si appoggia sulla sella della bicicletta)  e la sua parte interna, ossia il pavimento pelvico. Si tratta della muscolatura chiamata in causa durante il travaglio e l'espulsione del bambino. Per esempio il movimento detto in gergo "cammello" si esegue contraendo il pavimento pelvico che così acquista maggior tonicità ed elasticità.
Inoltre questa danza d'origine antica ed orientale ha influssi benefici anche nei contatti tra madre e bambino, che infatti viene cullato e massaggiato attraverso i movimenti del bacino della mamma danzatrice.
Con la danza del ventre, i muscoli addominali si tonificano e i colpi di anca insegnano alle donne come muovere il bacino. I movimenti fluidi e circolari fortificano i muscoli e i tendini della regione pelvica, attenuano i dolori pre-parto e quelli della colonna vertebrale ed aiutano ad ottenere una buona postura. Attraverso il respiro lento e rilassato, facilitato dalle note basse e dolci tipiche della danza del ventre, le donne riescono ad alleviare le tensioni e a migliorare la circolazione sanguigna con ottimi benefici anche per il feto. Nel dettaglio, la danza del ventre in gravidanza:
– aumenta la flessibilità e il tono muscolare;
– migliora la circolazione sanguigna e la capacità respiratoria;
– previene disturbi scheletro-muscolari;
– facilita il rilassamento e migliora il sonno;
– aiuta a controllare la sensazione di dolore durante il travaglio;
– facilita le posizioni da adottare durante il parto.

 

domenica 1 aprile 2012

la danza con il velo


Ci sono diverse discussioni sull’origine della danza del velo e se in realtà sia  un accessorio che sin dall’inizio faceva parte della Danza Orientale

La danza del velo si sviluppó con rinnovata forza nel Novecento. Ci sono due diversi stili di danza del velo che fanno parte della storia contemporanea e sono quelle che conosciamo oggi come danza del velo: lo stile egiziano e lo stile americano.

I movimenti più elaborati li troviamo nel lavoro delle ballerine americane. È negli Stati Uniti dove questa danza continuó a crescere, fino a diventare un’arte a sé, per arrivare fino a noi con una precisa tecnica, e un linguaggio particolare formato da molte figure.
In questo stile di solito la danzatrice fa la sua entrata in scena con il velo fissato nel costume, a modo di tunica o comunque molto coperta. E mentre continua a danzare fluidamente e a girare intorno a sé, alla fine del primo pezzo musicale, rimuove il velo.
Solo in questo momento, esegue la vera e propria danza del velo, con molte figure che s’intrecciano una con l’altra, e sono ispirate dalla creativita dell’artista, e in modo tale, come se il velo fosse la continuazione della ballerina stessa. 

Durante la danza il velo potrebbe sembrare una cornice, esaltando i movimenti del centro del corpo, ma anche una tenda, una nuvola, un compagno di gioco e altre immagini, finché la danzatrice lo posa, per entrare nell’atmosfera del pezzo musicale che segue.


Il velo è sentimento, è percezione. Ci chiede di vivere nel corpo e nella pelle. Ci custodisce con delicatezza, coltiva i nostri misteri e ci porta ad una sfera colorata e sensuale coni suoi movimenti che rappresentano l’aria, il movimento leggero delle ali della farfalla.

Il rito del thè alla menta


Il tè, detto in arabo "shai", è un altro rito importante e diffuso tra i paesi arabi e in tutta la cultura dell'estremo oriente, dalla quale esso deriva. L'arabo comune, così come l'inglese, non può fare a meno di partecipare al rito indissolubile del tè, per il quale si riunisce con tutta la sua famiglia, intorno alla "mida" (il tipico tavolino basso) su bassi e comodi cuscini, posti sopra un grande e variopinto tappeto.  Tutti gli arabi coltivano questa tradizione giornaliera, condivisa più volte al caffè con gli amici, tra un "narghilè" e l'altro, a casa con la famiglia e intorno al corano con i compagni di preghiera.
Da dove deriva l'uso del tè alla menta?
I primi consumatori di tè sono stati i nomadi del deserto. Questo perchè il tè alla menta riscalda e rinfresca al tempo stesso. E'  perciò la miglior bevanda che si possa bere sotto l'arsura del sole e la migliore bevanda che si possa bere in un freddo pomeriggio e dopo un pasto abbondante, per i suoi benefici sulla digestione. Insomma, con i suoi ingredienti assolutamente naturali (tè, menta, zucchero e acqua), il tè è un vero e proprio toccasana per l'organismo=.
Ogni paese arabo, inoltre, prepara il tè in modo particolare. Tutto il Nordafrica, dal Marocco alla Libia, si accomuna per la preparazione del tè alla menta, il quale viene ristretto abbondantemente e presentato in piccoli bicchierini decorati con motivi arabeschi, su vassoi di metallo, con particolari teiere arabe.
In Tunisia la varietà di tè maggiormente usata è quella verde, a cui viene aggiunta sempre un'abbondante quantità di menta, che completa e rinfresca il gusto del tè in sè: a volte venogno aggiunte alla menta alcune foglioline aromatiche di una pianta particolarmente profumata, che cresce rigogliosamente in Tunisia, grazie al clima caldo e benefico, chiamata "attarshia",accomunata al geranio profumato.
E' un tocco in più che solo il raffinato gusto di Tunisi poteva inventare. Per finire e poter servire un perfetto tè verde alla menta, sarà bene accomplagnarlo con della frutta secca, come le nocciole alla libica o i pinoli alla tunisina e i classici dolcetti nordafricani.