domenica 11 marzo 2012

I benefici della danza



Gli aggraziati movimenti di anca e del torace utilizzano gruppi di muscoli nell’addome, nella zona pelvica, nel busto, nella colonna vertebrale e nel collo, in un lavoro con il corpo anziché contro di esso. Al contrario di altre discipline, che possono potenzialmente alterare e deformare lo scheletro la Danza del Ventre è basata su movimenti che sono naturali per le forme femminili e migliora la postura ed il tono muscolare .


La nostra colonna vertebrale contiene più ossa e legamenti che qualsiasi altra parte del corpo. Le sue 33 vertebre sono accatastate insieme e formano una colonna, collegate da cartilagine e legamenti, e quasi ogni movimento del busto dipende dalla sua flessibilità ed efficienza. I gruppi muscolari che si attaccano ai legamenti ed alle vertebre creano i movimenti delle aree toracica e pelvica: la Danza del Ventre tonifica questi muscoli e garantisce flessibilità in un modo sicuro ed efficace. Durante la danza, i movimenti di anca, i cerchi, le figure di otto fanno sì che le giunture ed i legamenti della parte bassa della schiena e del bacino si muovano attraverso una gamma completa di sequenze dolci e ripetitive. Questi movimenti aiutano ad incrementare il flusso del fluido sinoviale (lubrificante naturale) nelle giunture. La Danza del Ventre può aiutare a dare sollievo dallo stress alla schiena, agendo contro la quasi costante compressione dei dischi che deriva da una vita sedentaria. I muscoli tonificati migliorano la postura ed aiutano a prevenire i dolori di schiena che possono essere causati da una innaturale curvatura in avanti della colonna che subentra quando i gruppi muscolari sono deboli (lordosi)  e piccoli gruppi di muscoli della schiena,  che di solito non vengono usati, vengono allenati e fortificati.
I muscoli che circondano le anche, sono utilizzati ed esercitati durante i movimenti di bacino e le figure di otto, migliorando flessibilità ed agilità. La migliore flessibilità delle anche può portare ad un migliore equilibrio anche camminando.
Anche le braccia e le spalle sono tenute in esercizio: i cerchi ed i movimenti sinuosi del serpente tonificano i muscoli. Questo effetto tonificante è spesso evidente sin dall’inizio, in quanto le braccia sono un elemento importante della danza. 


I movimenti della nostra danza inoltre sono considerati  un esercizio a basso impatto, riferendosi al fatto che il rischio di incidenti è minimo quando i movimenti vengono effettuati correttamente ed i  benefici  possono essere goduti da donne di tutte le età.
 Ballare ionoltre può far bruciare sino a 300 calorie all’ora anche se questa stima varierà, ovviamente, a seconda dell’intensità della danza. 
Anche nella preparazione al parto I movimenti  costituiscono un eccellente esercizio prenatale che rinforza i muscoli utilizzati durante il parto. I muscoli addominali tonificati ed i naturali colpi di anca, che sono simili agli esercizi insegnati ai corsi pre-parto, insegnano alle madri in attesa a muovere il bacino. Per le donne che desiderano un parto naturale, questa forma di esercizio attraverso la danza, con la sua enfasi nel controllo muscolare, non solo facilita il parto naturale, ma costituisce anche un eccellente esercizio post-parto che aiuta a ritrovare velocemente il tono addominale.
Durante le prime settimane che seguono il parto, quando bisogna fare attenzione per riprendersi dall’evento straordinario, questi movimenti, se fatti in maniera graduale, fanno lavorare i muscoli dolcemente ed in modo efficace.


Infine in quest’epoca di stress quasi continuo, il ritmo sottile della Danza del Ventre ed i suoi movimenti tradizionali hanno un effetto calmante. La morbidezza dei gesti , il potere talvolta iponotico della ritmicità sonora    e la concentrazione necessaria per eseguire i passi  possono aiutare la mente  a “lasciarsi andare” per un momento e rilassarsi: è difficile preoccuparsi di scadenze sul lavoro mentre stai pensando a fare il movimento giusto, o mentre cerchi di concentrarti per essere sul tempo della musica. Uno degli effetti dello stress è che il nostro corpo si tende, causando contrazioni o spasmi muscolari, come quelli al collo, spalle o schiena. Quando un muscolo è contratto si forma acido lattico, causando dolore ed anche il flusso sanguigno al muscolo interessato diminuisce. Ballare  allunga dolcemente ed utilizza questi gruppi muscolari vulnerabili, ed in questo  utilizzo il flusso sanguigno aumenta e l’acido lattico viene eliminato. I muscoli contratti si rilassano se vengono dolcemente esercitati. Il corpo diventa flessibile e si riscalda, ed i praticanti riportano frequentemente che il dolore alle aree della schiena e del collo diminuisce.

martedì 6 marzo 2012

Ishtar e la danza dei sette veli

 

 

La 'Danza dei Sette Veli' e Ishtar

Ishtar  era  la Dea Madre che ispirò la danza di Salomé
Non a caso nel Mito del Ciclo Vitale Ishtar indossava sette veli e questi corrispondevano ai sette chakra (centri energetici del corpo). Erano di colori differenti ad indicare  sette pianeti, ognuno dei quali possedeva  pregi e  difetti che influenzavano la personalità di ogni essere vivente.
In onore di questa Dea, le sacerdotesse eseguivano la famosa ‘Danza dei 7 Veli’, dove l’abbandono del velo simboleggiava l’allontanamento degl’aspetti umani negativi e l’esaltazione di quelli positivi.
Era una danza sacra, che donava energia positiva e armonia tra corpo e mente. Le sacerdotesse si accingevano così alla preghiera.
Al colore dei Veli corrispondevano  i rispettivi pianeti e le loro peculiari caratteristiche :
ROSSO-Marte: pianeta delle passioni e dell’aggressività; lasciando questo velo emergeva l’amore e la fiducia;
ARANCIONE-Giove: pianeta della tendenza a dominare e comandare; liberandosene affioravano l’altruismo e la protezione;
GIALLO-Sole: pianeta dell’orgoglio e della vanità; eliminandolo si manifestava la fiducia e l’allegria;
VERDE-Mercurio: pianeta dell’indecisione e della divisione; lasciando questo velo riemergeva  l’equilibrio tra gli estremi opposti;
AZZURRO  -Venere: pianeta dell'amore e dell'egocentrismo  ; abbandonandolo si acquisiva la capacità di relazionarsi agli altri;
LILLA/VIOLA-Saturno: pianeta dell’eccesso di rigore e serietà; liberandosene aumentava  la consapevolezza del Sé e la sensibilità;
BIANCO/ARGENTO-Luna: pianeta dell’immaginazione in eccesso; eliminandolo emergeva la creatività e la purezza.

domenica 4 marzo 2012

Tahia Carioca

 
 
 
 
Tahia Carioca è nata il 22 febbraio del 1919 in Manzala, col nome di Badaweya Mohamed Kareem Al Nirani; dopo la sua nascita, la sua famiglia si trasferì in Ismailia e nella sua giovinezza cominciò a ballare. A causa della sua scelta, all’inizio soffrì le critiche della sua famiglia, soprattutto da parte dei fratelli iper-protettivi. Per scappare dai fratelli, Badaweya, da sola, andò a Il Cairo, dove visse presso parenti e dove iniziò la scuola di danza. Divenne presto famosa per essere un’ottima ballerina apprezzata dalla scuola, dagli amici e dai parenti a Il Cairo, uno dei quali era nel mondo degli affari.
Badeia Masabni, famosa ballerina, insegnante e proprietaria di un famoso locale notturno, quando conobbe Badaweya, vedendola ballare e sentendola cantare, le offrì un lavoro nel suo locale, come parte del proprio corpo di ballo. Questo fu il momento in cui cambiò il nome da Bdaweya a Tahia.
Fu sempre aperta a nuove idee, ballando ad esempio con le candele; ma fece aumentare l’afflusso al locale notturno incorporando la danza brasiliana nella musica egiziana. Questo stile brasil-egiziano fu la sua originalità, il suo stile personale, tanto da far aggiungere il termine Carioca al suo nome d’arte: Tahia Carioca.
Il club di Badeia procurò molta fama a Tahia, che presto iniziò a lavorare nei film, soprattutto perché in quegli anni l’industria dell’intrattenimento e dei film era al proprio boom: attorno al 1910, l’Egitto aveva oltre 155 compagnie che produssero circa 3 film a testa. Il tema principale di quegli anni era la commedia musicale; era il momento giusto per essere ballerine! Si era in costante ascesa.
Dopo alcun apparizioni, Tahia divenne anche una brava attrice; il suo primo ruolo importante fu nella famosa commedia Li’bet al-Set (Woman’s Play, 1946). Fu un’ottima occasione non per il botteghino solo ma anche per Tahia; i suoi film furono mostrati in tutto il mondo; nel momento in cui iniziò a fare l’attrice e la ballerina non si fermò più, partecipando a più di 200 film in oltre 50anni di carriera!

sabato 3 marzo 2012

cantanti famosi

La cantante Oum Kalthoum: "Stella dell'Oriente"
Scritto da Arch. Anwar Chadli   
Oum Kalthoum (1904-1975)
Oum Kalthoum
Oum Kalthoum (il suo nome completo: Oum Kalthoum Ibrahim al-Sayyid al-Baltaji) nacque nel 1904 in un piccolissimo villaggio egiziano del Delta del Nilo, da un'umile e devota famiglia di agricoltori. Il padre, che fu il suo primo insegnante di canto, era l'Imam* della moschea del villaggio in cui lei cantava in occasione di avvenimenti religiosi. Cominciò la sua carriera in tenera età e, come per la maggior parte degli artisti nati nelle zone rurali, il canto era principalmente costituito da canzoni religiose.
Fu così che Oum Kalthoum, a circa dieci anni, vestita da beduino, iniziò a girare per i villaggi insieme al padre ed al fratello. Con loro portò per anni la parola del Profeta tra i poveri dei villaggi della zona, creandosi velocemente una buona reputazione di cantante.
Nel 1923 la famiglia decise di trasferirsi al Cairo per offrire maggiori possibilità alla figlia, che fu subito notata per la bellezza della sua voce; tuttavia il suo stile troppo campagnolo e desueto non le permise di ottenere subito un gran successo. Oum Kalthoum decise allora di seguire dei corsi di canto e di poesia e di assumere una truppa di musicisti per accompagnare la sua magnifica voce. Con questa nuova formula ed un'accresciuta maturità artistica, Oum Kalthoum diventò velocemente popolare.
Nel 1928 finalmente, raggiunse la celebrità grazie all'innovazione della radio: la sua voce straordinaria ebbe una grandissima diffusione. Le sue canzoni iniziarono ad essere trasmesse tutti i giovedì sera da un piccolo programma radiofonico, finché lei divenne, nel 1934, l'artista più trasmessa dalla Radio Nazionale Egiziana. Il successo le permise di prendere in mano le redini della sua carriera; dal 1938, infatti, Oum Kalthoum cominciò a prodursi da sola e a negoziare i suoi contratti. In questo periodo le sue canzoni erano musicate dal compositore Muhammad Al-Qasbaji e scritte da un gran poeta, Ahmad Rami, il quale l'amò (pare non ricambiato) di un amore forte e sincero per tutta la vita .
Alta, dalla capigliatura nera e con una forte personalità, ai concerti affascinava gli ascoltatori con il timbro inconfondibile e inimitabile della sua voce e gettava il pubblico in un delirio di rapimento estatico. Le sue canzoni erano per lo più poemi epico-lirici che duravano tra i 30 e i 60 minuti; c'era, generalmente, un'introduzione strumentale di circa dieci minuti al cui termine faceva ingresso lei, regalmente accolta da fragorosi applausi. La sua voce impostata, sonora, melodiosa, piacevole era maestra nell'arte dell'interpretazione e sempre riusciva a coinvolgere il pubblico che, entusiasta, irrompeva, durante i numerosi concerti, in risonanti applausi e commenti di pura commozione.
Oum Kalthoum, colei che poteva, con la sua straordinaria voce, spingere gli ascoltatori a ridere o portarli alle lacrime, divenne verso la fine degli anni '40 il simbolo della canzone araba e, da allora in poi, la sua vita venne identificata con la storia dell'Egitto moderno. La sua fama, seconda solo a Nasser, era tale che le notizie politiche importanti erano mandate in radiodiffusione prima dei suoi concerti. Negli anni '50 l'Egitto aveva due sole incontrastate guide: l'eroe carismatico Gamal Abdel Nasser e "la sfinge eterna", la "Stella dell'Oriente", Oum Kalthoum, signora senza figli, ma madre di tutto l'Egitto.
Nel 1954 si sposò con il dottore Hassan El- Hifnawi, mettendo fine ad una lunga serie di scacchi sentimentali, di progetti di matrimonio abortiti, di cui uno con Sharif Sabri Pasha, lo zio del re Faruk, che chiese la sua mano, ma dovette ritrarsi in seguito alla pressione della famiglia reale, e di un matrimonio annullato dopo pochi giorni con uno dei suoi musicisti Mahmoud Sharif. In questo periodo si circondò di nuovi ed affermati musicisti come Zakariya Ahmad e Muhammad Abdel Wahab.
Tra il '50 ed il '60, gli anni del suo più alto splendore artistico, fu soprannominata "Ambasciatrice dell'arte araba" e la sua importanza era tale che ovunque veniva accolta con cerimoniali degni di capi di stato.
Agli inizi degli anni '70 la sua salute, già delicata, andò peggiorando, perturbando sempre di più la sua vita professionale e spesso costringendola ad annullare dei concerti. Il 21 gennaio 1975 Oum Kalthoum fu colpita da un malore violento che la portò alla morte il 3 febbraio dello stesso anno, mentre i giornali e la radio di tutto il mondo arabo informavano gli ascoltatori minuto per minuto sulle sue condizioni di salute.
Il suo canto sublime è stato applaudito in tutte le regioni d'Egitto ed in tutto il mondo arabo. Ha cantato per celebrare la fusione tra Siria ed Egitto, per il crollo della monarchia irachena, per la sottratta Palestina e per le donne libiche; ha cantato per gli uomini che lavoravano negli sperduti cantieri del deserto, per i contadini divenuti operai, costruttori e soldati. Ognuno poteva in quella voce sentire la propria sofferenza, il proprio passato, il proprio presente, la propria patria, ognuno poteva, in quella voce, sentire se stesso.
Duecentottantacinque sono le stupende canzoni del repertorio di Oum Kalthoum che, tutt'oggi, rimane la rappresentante più ammirata e conosciuta della tradizione classica della musica araba. La sua notorietà e l'amore sincero che migliaia di persone provavano per lei, fece sì che nemmeno la morte poté diminuire la sua fama che, ben presto divenne mito. Oggi nel 2002, a 27 anni di distanza dalla sua morte, si ricorda ancora quel triste mese di febbraio che volle portar via, lei, la venere egiziana della musica. Nel 1975, tutti furono presenti al suo funerale: stelle del cinema, poeti, ambasciatori, ministri. Più di tre milioni di ammiratori che, in lacrime, volevano dare a Oum Kalthoum l'ultimo arrivederci. In realtà il funerale non fu l'ultimo saluto. Oggi, alle dieci di sera di tutti i primi giovedì del mese, in Egitto si ripete il rito dell'ascolto, sempre con quell'ammirazione, devozione e rispetto concessi solo ai grandi che hanno fatto la vera Storia. Inoltre il 28 dicembre 2001 al Cairo è stato inaugurato un museo dedicato alla musica e alla vita di questa grande cantante.
Arch. Anwar Chadli
 



 
Mohamed Abdel Wahab è considerato uno dei 4 grandi della musica araba insieme a Umm Kalthoum, Farid el-Atrache e Abdel Halim Hafez. E' nato al Cairo nel 1901 e morto nel maggio del 1991. Durante la sua carriera ha scritto più di mille canzoni, di cui ne interpretò personalmente qualche centinaio. La sua prima registrazione fu fatta quando aveva appena 13 anni. Iniziò con la musica tradizionale egiziana, ma poi fu fortemente influenzato dalla musica occidentale. Molto importante nella sua vita fu il soggiorno a Parigi, dopo il quale Mohamed Abdel Wahab iniziò a realizzare dei musical di musica araba che ebbero un notevole successo nella sua terra e non solo. Per certi aspetti egli rivoluzionò la cultura musicale della sua terra, proiettando sul palcoscenico molte cantanti donne durante i suoi musical e mettendo insieme orchestre che univano strumenti tradizionali arabi con gli strumenti solitamente usati nella musica occidentale. Quando già aveva 81 anni egli uscì con un suo ultimo lavoro, che vendette ben 2 milioni di copie, anche se era già da alcuni anni che Mohamad Abdel Wahab non cantava più, ma si limitava a scrivere canzoni per altri cantanti.





Abdel Halim Isma’el Shabana (in arabo: عبدالحليم إسماعيل شبانة) comunemente conusciuto come Abdel Halim Hafez (in arabo: عبد الحليم حافظ) fu uno dei cantanti e attori egiziani più famosi non solo in Egitto ma in tutto il medio oriente dagli anni 50 agli anni 70.
Abdel Halim Hafez è considerato uno dei quattro “grandi” della musica egizian e araba e la sua musica è tuttora trasmessa tutti i giorni dalle radio egiziane e del mondo arabo.





 
Farid El Atrash (فريد الأطرش) (Nato il 19 ottobre 1915, Jebel Ed-Druz, Siria - morto il 26 dicembre 1974, Beirut, Libano) è un autore, compositore, cantante. Con Umm Kalthoum, Fairuz, Mohammed Abdel Wahab e Abdel Halim Hafez, è il nome più importante della musica araba del Novecento. Ha recitato in 31 film e ha registrato circa 350 canzoni. Ha anche composto le canzoni per cantanti famosi come Wadih El-Safi, Warda e Sabah. La sua voce profonda e lo stile "triste" lo caratterizzano valendogli il nome di “cantante triste”e le sue canzoni sono ancor oggi molto popolari

Figlio di padre siriano e madre libanese nacque in una famiglia reale drusa che ha combattuto contro gli eserciti coloniali francesi di stanza in Siria e questo costringerà , Farid e la propria famiglia a fuggire in Egitto nel 1920 dove inizierà a cantare nel 1930 per le radio egiziane

anche le mani danzano con noi

Il movimento delle mani parla, può raccontare storie, può allontanare, avvicinare, abbracciare, rifiutare, pregare… non essendo accompagnato dalla parola, come ad esempio nel teatro, il gesto può essere compreso solamente con molta attenzione e conoscenza. Nella danza del ventre popolare ci sono linguaggi abbastanza espliciti poiché provengono dal mondo polare, possono essere compresi dalla gente nativa (ad esempio nello stile Baladi oppure nello stile Shaabi). Nello stile classico egiziano invece il gesto si fa più implicito e a volte mistico, non sempre è decifrabile. Da un lato si manifesta come pura decorazione artistica, dall’altro come un messaggio di qualcosa che è solamente nel cuore. Nello stile classico egiziano è molto presente la gestualità sacra della danza classica persiana, nella quale il linguaggio è mistico e codificato. Emerge il concetto della donna angelo, che tramite la danza si fa canale tra il cielo e la terra. Il gesto mistico è decifrabile solo da pochi eletti. La femminilità nella danza comunica in buona parte attraverso il gesto…qual è la tua gestualità preferita mente danzi?